Siete soddisfatti del risultato dell’audizione?
La Presidente Emilia Mazzoni ha già dichiarato che la Commissione stessa invierà due note di interrogazione presso ISVAP ed ANTITRUST, cioè gli enti preposti in Italia alla vigilanza delle assicurazioni (ISVAP) e del rispetto della concorrenza (ANTITRUST). Questo crea un precedente importantissimo.
Perché l’Unione Europea deve interessarsi alla questione del caro assicurazioni nel Sud Italia? Come ho dichiarato a Bruxelles, durante la presentazione della petizione, la UE deve necessariamente intervenire nella questione assicurativa meridionale. Infatti, nella famosa Direttiva della liberalizzazione del mercato assicurativo, attuata in Italia nel luglio del 1994, è chiaramente indicato che la UE impone in ogni Stato membro un ente che debba controllare l'operato delle compagnie. Cosa che in Italia, fino ad oggi, non è accaduto. L'ISVAP non ha ancora dato chiari segnali nei confronti delle compagnie. Si pensi solo che nell'ultimo decennio, le tariffe di alcune zone del meridione sono aumentate mediamente del 98%.
Cosa chiedete alle compagnie assicurative?
Vogliamo chiarezza e trasparenza. La presentazione a Bruxelles dell'Associazione Culturale MO BAST!, assieme alla tantissime firme raccolte, danno, a mio parere, un esempio di elevato senso civico dei cittadini napoletani, campani e del Mezzogiorno. Cittadini che subiscono, oltre a questa gravissima violenza "economica" da parte delle compagnie, una vera e propria discriminazione. Infatti, le compagnie stesse, con il loro comportamento, ci hanno etichettato come "truffatori". Ed è un fardello che rifiutiamo. In modo assoluto. Continueremo con la raccolta firme. Il gruppo su facebook aumenta a dismisura. L'indignazione organizzata dei cittadini è un'onda che nessuno oramai potrà fermare.
Lei tiene a precisare che i veri protagonisti di questo risultato “storico” sono i cittadini?
Certo. I protagonisti veri di questa battaglia sono i tantissimi cittadini che si sono organizzati nelle piazze delle proprie città, allestendo gazebi per la raccolta firme. Ed è questa la vera novità. Non una raccolta firme tramite web: ogni gazebo è stato anche il mezzo per informare. Quello che infatti ci ha portato a questo sfacelo è stata proprio la disinformazione sui nostri diritti violati.